Storia, significato e psicologia di una notte unica.
Tra le storie di Halloween che preferisco, c’è quella di Jack il Furfante che passa la notte a bere con il diavolo in un pub sperduto e finisce per illuminare la sua vita-oltre-la-morte con un tizzone ardente infilato in una rapa.
Questa è la storia che dà origine alla tradizione di intagliare le zucche nella notte di Halloween. Da quella notte al pub, Jack il Furfante si è preso gioco del diavolo diverse volte, raggirandolo fino a spingerlo a non volere più la sua anima. Neanche in Paradiso volevano la sua anima perduta però, così Jack si è ritrovato a vagare nell’eternità con solo la luce di una candela. La stessa fiamma, adagiata all’interno delle zucche - più facili da intagliare rispetto alle rape – tiene lontani gli spiriti erranti nella notte di Samahin.
Il 31 Ottobre, in tempi antichi, si celebrava la transizione dall’estate all’inverno, dalla luce al buio, dalla vita alla morte. Samahin si è trasformato in All-Hollow's-Eve con l’arrivo del Cristianesimo e in Halloween oggi.
Maschere, travestimenti e fiammelle arancioni rendono irriconoscibili spiriti e corpi, demoni e protettori, anime benevole e persecutori in questa notte dove il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti è inesistente.
Ci si maschera, ad Halloween, per confondersi con le anime perdute e ci si maschera, nella vita, per adattarsi al mondo.
Halloween è il momento in cui indossiamo maschere fisiche, mentre tutto il resto dell’anno ci nascondiamo dietro alle maschere relazionali, spesso inconsciamente, per adattarci alle aspettative sociali. Essere perfetti, performanti, sempre “sul pezzo” sono solo alcune delle richieste pressanti a cui siamo sottoposti fin da piccoli.
Ed è da piccoli che iniziamo a mascherarci per mettere in scena il nostro copione di vita: un piano inconscio fatto di ruoli e comportamenti predefiniti che confermano le convinzioni interiorizzate e che servono per ottenere amore e approvazione.
Nella notte in cui i mostri possono muoversi liberi del mondo, accendiamo delle luci eppure le ombre danzano senza sosta. Nella vita proviamo a nascondere nell’ombra i nostri mostri, quelle parti di noi che non volgiamo vedere, tantomeno accettare, di cui non volgiamo neanche parlare.
Eppure ombra e luce, vita e morte, paura e coraggio esistono in relazione uno con l’altro, in un equilibrio sottile come il confine stesso che le divide.
Si completano, ci completano.
Così come nella notte di Halloween esorcizziamo la paura, grazie al counseling e alla psicoterapia possiamo esplorare i nostri confini, i nostri mostri, le nostre ombre fino a smascherarci per scoprire il nostro sé più vero, autentico e libero.
La psicoterapia aiuta a scoprire ad individuare e comprendere i ruoli che interpretiamo e i motivi che ci portano a nascondere o modificare alcuni aspetti di noi stessi.
Il counseling permette di smontare queste maschere relazionali, favorendo una maggiore autenticità e riducendo il bisogno di seguire spinte disfunzionali per adattarsi alle aspettative altrui.
Il neurofeedback dinamico non lineare monitora e modifica le risposte neurali favorendo uno stato di calma, centratura e focalizzazione fondamentale per lavorare sull’ansia sociale che spinge ad indossare maschere e rivestire ruoli.
Psi Studio, attraverso neurofeedback, counseling e psicoterapia, incoraggia e guida clienti e pazienti nell’esplorazione dell’ombra per riconoscere e trasformare aspetti del copione che alimentano paura, insicurezza o dipendenza da certe maschere.
Attraverso l'auto-accettazione e la consapevolezza dell’ombra, è possibile attenuare l’effetto delle maschere e vivere oltre i condizionamenti del copione, finalmente liberi di celebrare la propria unicità.
A cura di
Valeria Casella
Life Coach, Counselor & Content Writer
Per informazioni
Anna Farinato
347 3551446
e mail: annafarinato@libero.it
Francesca Farinato
349 0066077
e mail: farinatofrancesca1@gmail.com
Kommentare