Al tavolo del ristorante si notano bambini più o meno piccoli intenti ad osservare immagini colorate ed in movimento susseguirsi in quella piccola scatolina elettronica che tengono tra le mani.
Puoi notare quella stessa scatolina stretta tra le mani di un preadolescente che si annoia mentre la famiglia è riunita per il pranzo della domenica; mamma e papà conversano, zii e zie ridono i nonni provano ad attirare l’attenzione ma a vincere è ancora una volta lo smartphone.
Gli adolescenti invece si ritrovano al parco eppure sono isolati, soli, immersi in reels, likes, shorts e quant’altro.
Lo smartphone ha rivoluzionato l’esistenza di ognuno di noi e l’età in cui si inizia ad utilizzarlo è sempre più bassa. Benchè sia innegabile il vantaggio che ha portato con sè, come ad esempio la possibilità di accedere ad informazioni utili in modo rapido oppure quella di comunicare fin dall’altra parte del mondo con i nostri cari, esiste anche un rovescio della medaglia.
Come lo smartphone influisce sullo sviluppo del cervello
Un utilizzo intenso ed ininterrotto dello smartphone influisce in modo negativo sullo sviluppo delle capacità cognitive e relazionali, peggiorando lo stato di salute psicologico e portando con sè disturbi del sonno e di ansia. Nell’età dello sviluppo il cervello è vulnerabile e sensibile ed ha bisogno degli stimoli corretti affinché possa svilupparsi nel migliore dei modi.
Passare molto tempo sui social media oppure immersi nel mondo virtuale dei videogiochi “spegne” la corteccia prefrontale favorendo reazioni istintive, non pensate ed ogni like ricevuto attiva il sistema della ricompensa per cui il cervello rilascia dopamina con una conseguente sensazione di benessere.
Così senza rendersene conto molti adolescenti e preadolescenti si trovano intrappolati nel controllo compulsivo dei social, nella condivisione senza limiti di ogni dettaglio della quotidianità alla ricerca di quella scarica di benessere.
La perdita del contatto con la realtà
Sperimentiamo la noia ad ogni età e la capacità di viverla – e renderla produttiva attraverso la creatività - è un tratto molto importante soprattutto in età adulta. Lo smartphone rappresenta da tempo il mezzo con cui spegnere la noia e qui torniamo alla scena del bambino al ristorante o di quello al pranzo domenicale.
Ponendo tutta l’attenzione su quel piccolo schermo però ci si disconnette dalla realtà, come in uno stato di trans e questo rende – alla lunga – i bambini incapaci di sopportare noia e frustrazione e limitati nelle relazioni interpersonali. Incrociare lo sguardo di uno sconosciuto potrebbe addirittura rappresentare un pericolo per un cervello costantemente attivato in reazioni istintive innescate da trigger irriconoscibili.
Cosa possono fare i genitori
Il Patto dello Smartphone può essere una buona strategia per educare e salvaguardare lo sviluppo di piccoli e meno piccoli. Molti esperti concordano sul concedere lo smartphone non prima dei 14 anni, stabilendo delle semplici, basilari regole di utilizzo.
Non è vietare, è educare. Non è escludere, è aiutare i ragazzi ad inserirsi nel mondo delle relazioni interpersonali. Non è punire, è stimolare l’adolescente alla creatività.
Ogni genitore può stabilire con il figlio – e per il figlio – le modalità migliori di utilizzo, suggerendo alternative: passeggiate all’aria aperta, i vecchi giochi da cortile, la lettura di un libro, la scrittura di un diario, di una storia, ecc..
Questi semplici accorgimenti si possono trasformare in un rendimento scolastico migliore, in una migliore capacità di relazionarsi, in un linguaggio ricco, in consapevolezza corporea, in minore reattività, in pratica in un migliore sviluppo psicofisico, lontano da stati d’ansia e sindromi come f.o.m.o. e f.u.d. (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo).
Psi Studio si offre in questo ambito come sostegno e supporto sia a genitori che a preadolescenti e adolescenti per prevenire comportamenti disfunzionali o per correggere abitudini controproducenti.
L’obiettivo è quello di usare la tecnologia nel miglior modo possibile, sviluppando la capacità di disconnettersi dalla realtà virtuale per riconnettere corpo e mente alla consapevolezza della natura e del momento presente.
A cura di
Valeria Casella
Life Coach & Content Writer
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